Per certo la terza Sinfonia di Brahms (che ne é anzi quasi un emblema), ma anche il Concerto op. 283 per Flauto e orchestra di Carl Reinecke che, seppur composto nel 1908, adotta intenzioni e linguaggio del tutto riferibili al secolo precedente, colmando così una lacuna nel repertorio romantico per questo strumento.

La formula é quella del grande concerto solistico: nella suddivisione nei canonici tre movimenti, il flauto può dispiegare appieno la cantabilità del suo fraseggio, il gioco di rimando con le sezioni dell'orchestra, l'agilità della tecnica.

            Era il 2 dicembre del 1883, esattamente 140 anni fa quando a Vienna viene per la prima volta eseguita la terza Sinfonia di Johannes Brahms. Era stata composta nell'estate di quello stesso anno, senza il travaglio e i tormenti delle due precedenti, da un musicista affermato, circondato dall'ammirazione di tutto il mondo musicale e ormai consapevole del proprio ruolo nella storia della musica tedesca e non solo.

            E la mano sicura di Brahms governa all'interno delle forme classiche della sinfonia un materiale musicale ribollente ed eterogeneo con spunti liederistici e tributi al corale protestante, traendone, con una inverosimile ricchezza inventiva, tutte le potenzialità espressive.

            Il successo della Sinfonia fu immediato e universale e di sicuro non sono bastati i 140 anni passati da quel due di dicembre a  sbiadire l'irresistibile fascino che esercita su coloro che hanno la fortuna di ascoltarla.